Perchè i giornali si stanno suicidando?

Sono cresciuto scrivendo a macchina con risme di carta carbone (il bianchetto mi è arrivato come un’innovazione rivoluzionaria) da qualche parte ho il mio nome inciso nel piombo con la lynotipe durante la visita scolastica al Gazzettino e leggevo la terza pagina quando si trovava veramente a pagina 3. Il mese prossimo compio 45 anni, non 450, ma il mio rapporto con la stampa pare non sia molto diverso da Gutemberg. Leggere un quotidiano è quindi sempre stata più un’ovvietà prima ancora di una piacevole abitudine.

In vacanza poi ci si poteva finalmente godere la lettura approfondita in lungo e in largo del giornale, senza la necessità di dare solo una rapida occhiata a causa della cronica carestia di tempo.

Tutto questo non esiste più spazzato via non da internet, ma dalla risposta che i giornali hanno dato alla concorrenza dell’informazione sul web.

Negli ultimi 2-3 anni i quotidiani sono diventati sempre più illustrati e colorati e con articoli sempre più brevi. Per cercare di seguire il web in termini di rapidità ed appeal (battaglia evidemente persa in partenza) sono diventati più vuoti. L’ultimo passo verso il precipizio è la prassi consolidata di fare un articoletto anemico con un po’ di informazioni raccolte in rete e poi indicare gli indirizzi web dove trovare gli approfondimenti, anche nello stesso sito del giornale (Il Corriere, La Repubblica, La Stampa). Neanche fosse un motore di ricerca.

Quindi sul giornale stampato, che per formato e target di lettori è il mezzo ideale ad articoli di largo respiro con ragionamenti, approfondimenti e commenti, ci sono articoli che non arrivano neanche al livello del lancio di agenzia (che ci sia un nesso con il successo della free press), mentre sul web si vorrebbe mettere gli approfondimenti (che poi non sono tali perchè oltre 4 schermate non legge nessuno).

Attenzione: non sono qui a rimpiangere i bei tempi andati dell’odore dell’inchiostro e del frusciare delle pagine, sono qui segnalare un’area scoperta nel mercato dell’informazione: articoli ricchi di contenuti da professionisti che hanno il tempo e le competenze per raccontare i fatti ed esprimere un’opinione qualificata sull’argomento che trattano.

E gli editori invece di sfruttare l’edizione web per portare il più vasto pubblico della rete a cercare gli approfondimenti su quella cartacea continuano a regalare inutili enciclopedie.

Se almeno si suicidassero senza sprecare tanta carta.

Il rientro dalle ferie o i misteri dell’organizzazione

Auguro un buon rientro dalle vacanze a tutti con un aneddoto personale (chissà se rientra nell’argomento di questo blog, credo che dovrei cominciare a taggare i post se solo sapessi come).

Ritornato dalle ferie ho trovato in cassetta l’avviso per ritirare un’assicurata, sono quindi andato in posta ed ho preso il mio numerino vedendo che avevo davanti solo 10 persone prima del mio turno (non molte trattandosi solo di ritiri di corrispondenza).

Sono uscito quasi un’ora dopo. Poichè con il passare del tempo aumentava anche la curiosità (oltre all’impazienza) ho osservato attentamente l’impiegata per scoprire perchè ci voleva tanto (a parte l’eventuale corrispondenza persa non si sa bene dove).

Dunque l’organizzazione fisiologica del lavoro era questa:
- il cliente (boomerang della comunicazione) presenta il suo avviso dove ci sono tutti i suoi dati e quelli della corrispondenza da ritirare insieme al documento,
- l’impiegata controlla il documento, poi si alza, fa tre passi verso il bancone in cui è raccolta la corrispondenza, la spulcia (immagino sia ordinata per giorno), trova quella giusta e torna allo sportello,
- a questo punto succede la cosa sorprendente: butta nel cestino l’avviso con tutti i dati, prende un foglio A4, lo piega a metà, lo strappa, lo inserisce nella stampante, inserisce nel computer i dati che erano scritti sull’avviso, stampa i dati inseriti, passa il codice a barre della lettera sul lettore scanner, fa firmare il foglio stampato per ricevuta e consegna la corrispondenza insieme al documento.

Attenzione che non è che l’impiegata fosse particolarmente lenta e fin che aspettavo ha anche avvisato qualcuno per telefono che avrebbe fatto tardi perchè con tutte le persone in fila si sarebbe dovuta fermare per fare dello straordinario.

Mi chiedo: non è possibile organizzare il lavoro in modo da giustificare la consegna utilizzando l’avviso, che ha già tutti i dati?

Soprattutto mi domando preoccupato (per quanto le Poste non siano tradizionalmente un esempio di efficenza), quanti processi organizzati in questo modo (per mantenimento di abitudini, per mancato aggiornamento dopo cambiamenti tecnologici, ecc..) ci sono nelle nostre aziende?