Chiudo in bellezza: lascio Bosco Viticultori (ovvero Casa Vinicola Bosco Malera) e mi metto sul mercato.

Come si capisce dal titolo questo è un post fortemente personale, di cui io sono sia l’oggetto che il soggetto.

Valutazioni di carattere personale e professionale mi hanno portato e ritenere conclusa la mia esperienza come direttore Generale della Casa Vinicola Bosco Malera iniziata a luglio 2011.

Lascio con la serenità e la soddisfazione di chiudere in bellezza, considerando che durante la mia gestione l’azienda ha raggiunto i suoi record storici di oltre 17 milioni di bottiglie vendute e 27,5 milioni di euro di fatturato, con un incremento nel 2013 rispetto al 2012 del 42,5% (posizione 52 nella classifica delle cantine italiane realizzata dalla giornalista Anna Di Martino per il Corriere della Sera).

Classifica cantine italiane 2013 - Bosco Viticultori

Oltre ai risultati di bilancio (importanti in valori assoluti, che sono quelli che effettivamente contano al di là delle %) anche in termini di posizionamento strategico credo di poter dire che sono stati fatti degli importanti passi in avanti con iniziative che hanno posto Bosco Viticultori tra le cantine che contribuiscono a definire il settore vinicolo (niente esprime meglio quello voglio dire come l’inglese “to shape the wine business”) a livello regionale e nazionale.

Per sostanziare questa affermazione ricordo solamente la ricerca che ha portato alla definizione del quadrato semiotico dei wine lovers italiani presentata quest’anno al Vinitaly in un convegno che ho avuto l’incoscenza di organizzare in auditorium. Viste le dimensioni della sala, nessuna cantina l’aveva mai utilizzata prima d’ora e quindi il mio ringraziamento va a tutti i quelli che mi hanno aiutato a riempirla (amici, collaboratori, relatori e, ovviamente, partecipanti).

Probabilmente la riproduzione del quadrato semiotico dei wine lovers in dimensioni 2×2 metri sulla parete del nostro stand è stata una delle cose più fotograte del Vinitaly 2014 e l’interesse per la ricerca ha fatto sì che sia stata ripresa da moltissime testate ed opinion leader, negli ambiti più diversi. Radio e TV nazionali, dal sito di Elle alla rivista dell’American Marketing Association “Marketing News” passando per tutte le principali testate specializzate on ed off line (e come testate nella mia visione ci sono tanto i blog quanto quello che un editore “strutturato”).

In questi tre anni da Direttore Generale ho, ovviamente, anche imparato un po’ di cose che aggiungo al mio bagaglio di competenze. Ripensandoci adesso queste mi sembrano le principali:

1) l’impostazione delle vendite basata sull’approccio di marketing che, partendo dal cliente e non dall’azienda, prevede il flusso identificazione delle esigenze del cliente – verifica delle capacità dell’azienda di soddisfarle – formulazione della proposta, FUNZIONA! In realtà, non me ne vogliano gli amici e colleghi delle vendite, l’avevo sempre sospettato dalla frequentazione dei mercati che ho sempre fatto nello svolgere le mie funzioni di marketing. Quanto più i mercati si muovono verso la trasparenza determinata dalla diffusione e disponibilità delle informazioni e tanto più le (lunghe) trattative cliente/fornitore basati su rapporti presuntamente privilegiati non hanno ragion d’essere.

2) a seguire la parte finanziaria dell’azienda negli aspetti strategici (individuare e definire le fonti di finanziamento per gli investimenti necessari allo sviluppo di medio-lungo termine), tattici (flussi di cassa) ed operativi (la gestione delle banche adesso per me non ha più segreti).

3) ad assumermi e gestire la responsabilità dell’azienda nel suo complesso. Responsabilità che si nota particolarmente nei periodi in cui le vendite si rallentano (ovviamente in 3 anni ci sono stai anche quelli) e le tensioni finanziarie si acuiscono. Sopratutto si sente quando facendo un giro per le linee di imbottigliamento un operaio ti chiede “Diretor come ndemo? Parchè qua a mi me par che el lavor xè drio caer.”. Che tradotto in italiano è “Direttore, come andiamo? Perchè a me sembra che il lavoro stia calando”.

C’è chi mi dice che sono matto a lasciare un lavoro sicuro, con gli attuali chiari di luna, e chi mi dice che con le mie competenze e professionalità non avrò nessun problema a trovare lavoro, anche da consulente.

Io ovviamente spero che abbiano ragione i secondi, ma capisco gli argomenti delle preoccupazioni dei primi.

Ho scritto più volte che il futuro non è incerto, ma solo sconosciuto. Quindi come cantavano i “Ricchi e Poveri” (nome che adesso mi appare significativo) “…. so far tutto o forse niente, da domani si vedrà. E sarà, sarà quel che sarà …..”

Se volete, sapete dove trovarmi.

4 thoughts on “Chiudo in bellezza: lascio Bosco Viticultori (ovvero Casa Vinicola Bosco Malera) e mi metto sul mercato.

  1. Gentile Dr. Biscontin.
    in diversi anni che siamo connessi via Linkedin non abbiamo mai avuto occasione di interagire, anche perché lei si è occupato sempre di marketing mentre io sono sempre stato un tecnologo specialista di produzione e a vocazione quasi esclusiva nel mondo delle carni (io capitai in Levoni qualche tempo dopo che lei aveva lasciato e – per i classici sei gradi di separazione via Dr. Zechi Levoni – poi l’ho ritrovata nella connessione di LinkedIn), però ho letto sempre con interesse i suoi blog, un po’ invidiandola perché io sono all’opposto molto pragmatico (ma è la logica di voi creativi del marketing contrapposta, o meglio resa complementare, da noi concreti della produzione!).
    Ora, se sta facendo bene o male la scelta di lasciare un team vincente che sta ancora correndo su un binario positivo glielo dirà il suo futuro. Forse il mercato vitivinicolo risponderà positivamente a questo suo stimolo e io credo che lei abbia le caratteristiche per potersi affermare in qualunque nuova situazione.
    L’altro lato della medaglia è che la crisi non si è ancora risolta.
    Il mio è un caso emblematico che voglio condividere con lei non per “gufarla” (o annichilirla) ma perché mi sento di condividere la sua positività: licenziato come dirigente, diciamo sacrificato sull’altare dei costi, stento a trovare una nuova sistemazione nonostante la mia professionalità e competenza, nonostante il mio network di supporto giudichi le mie capacità ancora sufficientemente utili per qualunque tipo di azienda manifatturiera.
    Ça va sans dire… aspettando tempi migliori!
    C’è ancora gloria da spendere sui campi di battaglia: in bocca al lupo per i suoi progetti!
    Cordialmente
    Giuseppe Pastori

  2. Lorenzo,
    come sai dopo sette anni di onorato servizio presso un’ azienda, ho ricevuto il benservito. Mi sono rimboccato le maniche e dopo un anno circa sto risalendo la china. Certamente il mercato attuale è particolarmente statico, in risposta a Pastori. Certamente bisogna avere un network di conoscenze, non temere di ripartire da livelli più bassi di professionalità e perseguire con determinazione nei propri sogni.
    Ci sentiamo presto

  3. Cari Giuseppe, Mirco e Gianni.

    Grazie per gli auguri, più che mai necessari di questi tempi.

    Ricambio con tutto il cuore.

    Lorenzo

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