Non c’è più rispetto, neanchè per l’età

Circa 4 anni fa ho iniziato a scrivere questo blog spinto dal disagio di vedere le strategie (di marketing) aziendali relegate ad un ruolo sempre più marginale rispetto alle tattiche. In altre parole i muscoli avevano sempre più spesso la meglio sul cervello.
Oggi sono tornato a leggermi il mio primo post, non solo perchè qualcuno dei pochi ma affezionati lettori di questo blog mi ha fatto notare che sono un po’ densi, ma per verificare se e come è cambiato qualcosa in questo lasso di tempo.
Il fatto è che ultimamente, sarà il settore, sarà il destino, mi trovo frequentemente ad avere a che fare con gente che parla di marketing e comunicazione senza averne idea (e non parlo di aver fatto un’esame di marketing all’università, per la stessa logica per cui in non dò pareri medici anche se ho fatto un’esame di patologia generale).
Spesso poi la questione viene posta nei termini per cui ci sono le cose vere e poi c’è il marketing; l’associazione (sbagliata) marketing=pubblicità è perfino peggiorata in marketing=propoganda intesa come tutte quelle attività di persuasione occulta che, effetivamente, è favorita dalla scelta fatta dai mezzi di informazione di vendere al miglior (?) offerente la propria credibilità pur di sopravvivere.
E so benissimo, perchè sono io che vado in giro a dirlo, che il marketing in sintesi è BUON SENSO STRUTTURATO, però questo significa solamente che l’approccio di marketing può nascere ed essere condiviso anche al di fuori degli ambiti specialistici, non che non sia una disciplina con un suo corpo di regole e competenze. E poi insieme a “buon senso” c’è anche la parolo “strutturato” in cui entrano tutte le competenze tecniche ed esperienze di chi si dedica a questo.
Il risultato è, nel migliore dei casi, un’inutile perdita di tempo per spiegare cose ovvie (come la simbologia di un quadro è ovvia ad uno storico dell’arte, ma non per un profano). Nel peggiore dei casi invece si le questioni non vengono affrontate nei loro elementi sostanziali, distratti dagli aspetti formali (stucco e pittura fa bella figura) e quindi non si risolvono.
come dicevo quattro anni fa, il rispetto bisogna anche guadagnarselo e tutti i mestieranti del marketing non aiutano, però confesso che oggi mi sento veramente stanco e preso in giro a lavorare in un ambito dove tutti credono che tutte le opinioni abbiano il medesimo diritto di cittadinanza.
Dovrò mettermi a studiare il pensiero debole.

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