Semel in anno licet insanire

Se devo credere al proverbio del titolo, oggi sarebbe il giorno giusto per scrivere il post sui diritti di negoziazione dei centri media (alzi la mano chi tra i professionisti del marketing sa cosa sono) che ho in testa da qualche giorno.
Però un paio di amici che stimo mi hanno sconsigliato di farlo, a dimostrazione di quanto il “sistema gelatinoso” permei il nostro stare al mondo. Cosa che a sua volta dimostra l’impossibilità di risolverlo per via giudiziaria e quindi la sostanziale disonestà intelletuale di chi in politica propugna questa strada (perchè se pure non l’avevano capito già ai tempi di Mani Pulite con il semplice ragionamento, dovrebbero capirlo adesso con l’evidenza dell’esperienza).
Ma non voglio divagare oltre (anche perchè prima o poi il post sui diritti di negoziazione lo scrivo lo stesso, tanto so che non morirò Provolino).
Oggi continuo a parlare di pubblicità mostrandovi due pubblicità straniere.
pubblicità estere
La prima è una pubblicità Toyota pubblicata su “El Pais” spagnolo e mi ha colpito la frase conclusiva “solo te preocuparas por tu vida” alla luce del ritiro di oltre 10 milioni di Toyota in tutto il mondo per problemi all’acceletore e ai freni che hanno causato incidenti mortali. Sarebbe evidente che parlando di un auto si tratta di una frase quanto meno controversa (hei lì fuori? La gente con le macchine muore!!), però se tu sei il miglior produttore di auto del mondo che ha fatto della sicurezza e della qualità totale l’arma per diventare il leader mondiale è altrettanto facile non accorgersene.
La seconda mostra una serie di proposte (quindi non si tratta di pubblicità vere e proprie) che alcune tra le migliori agenzie della Svizzera romanda (i soliti nomi: Saatchi, Y&R, Grey) hanno fatto per la rivista “Bilan” che gli aveva chiesto di rilanciare l’immagine della Svizzera, appannata a livello internazionale dalle varie questioni Libia, Polanski, referendum minareti, segreto bancario ecc.. Qui quella che mi ha colpito è la proposta in basso a destra che dice “Roger Federer è il miglior tennista del mondo. Peccato per gli spagnoli. Uno non può piacere a tutti”. Ripeto non si tratta di una campagna realizzata e quindi ci sta benissimo in un brain storming creativo, però è sorprendente che la rivista l’abbia scelta tra le5 migliori idee delle oltre trenta presentate per rendere più simpatica l’immagine della Svizzera. O forse ad uno svizzero non sembra così strano.
Questi esempi mi hanno confermato una volta di più una convinzione cho ho praticamente da quando ho iniziato a lavorare in azienda: i segreti aziendali non esistono o sono al massimo un paio e sono sempre legati alla produzione.
Quello che un’azienda riesce o non riesce a fare è conseguenza della sua cultura e delle sue competenze come organizzazione e non dell’ignoranza vs. la conoscenza. La conseguenza è che non c’è nessun motivo di rendersi la vita complicata con eccessiva riservatezza ed opacità (che poi si ripercuote fatalmente anche nella comunicazione interna, con tutte le inefficenze che ne conseguono).
Quindi divertitevi che è carnevale.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>