Bare bones marketing 2

All’inizio dell’anno ho fatto un posto sul marketing all’osso o, in inglese, “bare bones” marketing (alla fine del post capirete perchè stavolta uso la terminologia inglese).

Non arrivava ad essere un concetto razionalizzato e formalizzato come quello del lusso inclusivo e nemmeno al livello di idea. Era più un’impressione, una sensazione a livello quasi inconscio (si lo so che avere “sensazioni” di marketing è preoccupante, ed in effetti ogni tanto mi preoccupo).

Non mi sono quindi preoccupato di pensarci in modo specifico, ma l’ho lasciata lì libera di maturare ed evolvere per conto suo. Ahimè però non è che abbia fatto grandi progressi, quindi l’altro giorno ho deciso di passare dalla teoria (inesistente) ai fatti (concreti per definizione) ed ho mandato a due buyers stranieri una mail di presentazion e dell’azienda senza la classica presentazione power point con luci, colori ed animazioni che rischiano di far perdere tempo e distrarre dal contenuto/messaggio.

Al suo posto ho allegato un documento word di una pagina che riportava le caratteristiche essenziali dell’azienda ed i conseguenti benefit nel valutarci come business partner . In realtà avrei voluta fare un testo più corto ed inserirlo nella mail invece che allegarlo (due click in meno), ma non ci sono riuscito. Ecco la dimostrazione che chi mi dice che mi sopravvaluto (talvolta) ha ragione.

Se funziona ve lo dico. Intanto godetevi Luois Amstrong bare necessity (se qualcuno mi insegna ad inserire i video in modo che si vedano anche nel post e non solo come link, lo ringrazio).