Altre due o tre cose che ho visto in Brasile marketingecamente interessanti ….

Per la serie “biscomarketing, storie e gite” un’altro post su quello che ho visto durante il mio viaggio in Brasile.

Per trasportare con sicurezza le bottiglie di vino in Cile si sono inventati questo:
imballo bottiglie Cile

Nei supermercati in Brasile invece vendono questi:
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Il tempo delle etichette formato “francobollo” sembra essere definitivamente passato. A me sono particolarmente piaciute queste etichette di un vino portoghese, viste in una bottiglieria. Volendo si potrebbe perfino omettere il marchio come da tendenze più avanguardiste.
etichetta principal

Nella stessa bottiglieria questo era l’assortimento dei vini dolci/da dessert.
Vinhos de sobremesa
Ma nel paese cattolico più popoloso del mondo un Vin Santo non potrebbe starci (lo so che in realtà il nome non ha niente a che vedere con la religione, ma invece di sforzarsi a spiegarlo, perchè non approfittare della naturale associazione?)

In Francia crescono i vini aromatizzati con succo di frutta (ok non è vino, ma ne parlerò in un prossimo post). Su questa strada i francesi si sono spunti anche con il vino a 0% alcol. Nemmeno questo è vino, ed infatti sa di succo di frutta acidulo (notare la dicitura “senza zuccheri”), però l’apparenza fa un sacco di monaco.
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Chiudo l’argomento vino ed apro quello ristoranti, segnalando che ho visto rompere almeno l’80% dei tappi di sughero all’aprirlo con il classico cavatappi a vite (utilizzato nei modi più impensabili). Mai stato un sostenitore del tappo a vite per motivi ecologici, però adesso qualche dubbio mi viene (almeno per certi mercati).

L’esclusività di cenare nella cucina del ristorante e la praticità del catering a casa tua: perchè limitarli alla ristorazione di alta gamma? La catena di ristoranti di tapas “Venga” li propone a tutti i suoi consumatori sulle tovagliette del coperto. Bravi!
Venga 1
Venga 2

Il vantaggio di essere italiani (quando non si viene presi dalla vergogna) si trova sempre il modo di sentirsi un po’ a casa. Grazie Nonno Vittorio Scabin per avermi fatto capire cos’è un “picolet” (le lingue si imparano in mille modi)
Picolet Vittorio Scabin

Concludo avvisando la ristorazione milanese di prepararsi: la prossima volta che vengo nella citta della Modonnina esigerò una banana alla Milanese (secondo me però non era fritta nel burro come comanda la tradizione)
banana alla milanese

La prossima settimana un post più serio, promesso.