Stefano Di Traglia: se ci sei batti un colpo

Dire che la ripresa dopo le lunghe ferie natalizie è in salita sarebbe un eufemismo. Il tentativo di recuperare un anno che è iniziato il 10 gennaio mi ha portato spesso in queste ultime due settimane a lavorare dopo cena e nei fine settimana, momenti normalmente dedicata alla scrittura del blog.
Anche oggi in realtà stava vincendo la pigrizia, però poi due cose mi hanno fatto accendere il PC: innanzitutto le 17 visite che il blog ha avuto lunedì scorso, malgrado il lungo silenzio e poi l’indignazione per un paio di cose sentite in radio e TV negli ultimi due/tre giorni.
Avrete già intuito che anche io parlerò, banalmente, di politica, ma cercherò di mantenermi nell’ambito del marketing. Non prometto di non ripetere cose già dette, ma mai come in questo caso repetita iuvant.
Stefano di Traglia è il responsabile comunicazione del PD e mi chiedo dove sia e cosa faccia visto come si sta sviluppando in generale la comunicazione sul Rubygate ed in particolare come viene gestito dal PD. Sarà colpa anche qui della marginalizzazione del marketing oppure è più semplicemente incompetenza?
Facendo del buon marketing partiamo da quelli che dovrebbero essere gli obiettivi intrinsechi di ogni opposizione di governo: proporre e realizzare politiche che favoriscano lo sviluppo della società (secondo la propria visione evidentemente) e guadagnare il consenso di (parte) degli elettori che hanno votato a favore dello schieramento contrario, in modo da vincere le elezioni successive. Rimango nel perimetro della democrazia e quindi tralascio rivoluzioni, colpi di stato e cose simili.
Grazie alla sua rilevanza mediatica il caso Ruby è una splendida occasione di visibilità per tutte le forze politiche e quindi anche per l’opposizione per raggiungere gli obiettivi di cui sopra, il problema è che, una volta di più, tanta la strategia come la pratica del PD sembrano andare in direzione contraria.
Dico questo perchè tutta la discussione sull’adeguatezza di Berlusconi a rimanere a capo del Governo si sta incentrando ogni giorno di più sul lato sessuale dello scandalo, tralasciando completamente la parte di indagine relativa alla concussione (termine di non immediata comprensione generale che si riferisce alla telefonata fatta alla Questura di Milano per rilasciare la ragazza, al tempo minorenne, affidandola alla Minetti).
Ora è evidente che la questione dei festini a casa del premier implica un voyeurismo che “vende” molto di più e quindi capisco che sia quella a cui i giornali dedicano più spazio. E’ però altrettanto evidente che è quella più privata (sono proprio curioso di vedere quali prove saranno in grado di produrre i magistrati per dimostrare che ci sono stati i rapporti sessuali e lo sfruttamento della prostituzione, al di là del concetto di “utente finale” già coniato in occasione del caso D’Addario), che più si presta alle controaccuse di persecuzione e di illegittima intrusione nella privacy. E’ quindi il lato della questione su cui si può essere più facilmente tacciati di moralismo piuttosto che di moralità, senza dimenticare il rischio di rimanere comunque invischiati nella volgarità e nel pecoreccio sulla base del quale si chiedono le dimissioni del premier. Aggiungo che far passare le ragazze coinvolte nell’inchiesta come delle povere ingenue illuse o, peggio, sfruttate dal satiro Berlusconi, dal punto di vista della comunicazione non mi pare proprio la cosa più semplice. Aggiungo ancora che non mi pare di dire niente di geniale quando credo che buona parte dell’elettorato dal PdL dia per assodato che Berlusconi utilizzi prostitute almeno a partire dal caso D’Addario e che ritenga la cosa sostanzialmente un affare privato.
In sintesi, scopi pure con il Grande Puffo, l’importante è che l’Italia abbia affrontato la crisi meglio di altri paesi europei / abbia affrontato l’emergenza terremoto / abbia risolto il problema dei rifiuti di Napoli / e tutti gli eccetera che volete. Il PD superato a sinistra sul piano del principio delle libertà individuali.
La questione della telefonata in questura si presenta invece estremamente più efficace per l’opposizione. In termini di principio è quasi indiscutibile il fatto che una telefonata del Presidente del Consiglio ad una questura sia un problema istituzione e non personale e nella sostanza dei fatti offre un quadro di grande forza in cui tutti possono immedesimarsi dell’uomo di potere che cerca di imporsi su un poveretto che sta solo facendo il proprio dovere. In un colpo solo ecco che tornano tutte le volte in cui ho subito un torto perchè le regole sono saltate a favore di qualcuno che aveva le conoscenze giuste e tutte quelle in cui qualche privilegiato mi ha messo in mezzo tra fare il mio dovere e fare i suoi comodi.
Ed in effetti il sindacato di polizia si è trovato solo a difendere l’operato e la dignità della questura. Persa l’occasione da parte del PD di schierarsi a fianco delle forze dell’ordine. Persa anche l’occasione di rafforzare la richiesta di una nuova legge elettorale che restituisca agli elettori la libertà di scegliere i propri rappresentati, perchè la richiesta di dimissioni della Minetti è arrivata dei militanti del PdL.
Aggiungo, e finisco questo che si sta trasformando in uno sproloquio, l’errore di continuare a rivolgersi a Berlusconi per chiedergli di dimettersi invece di rivolgersi ai suoi elettori per chiedergli, fornendo le opportune ragioni, di non votarlo più.
Quali sono le due cose che mi hanno fatto indignare?
Giovedì ho sentito per radio la dichiarazione di Stefania Craxi, Sottosegretario di Stato agli Esteri, sull’ex presidente della Tunisia Ben Alì (scappato in Arabia Saudita con i soldi dopo aver fatto sparare sui manifestanti e buon amico di Bettino Craxi). Diceva grosso modo che va ricordato come abbia portato la Tunisia alla modernità anche se poi il suo regime si è sprofondato nella corruzione e nella gestione familistica dello stato. Agghicciante! Continuavo a chiedermi se parlava di Ben Alì o della storia della sua famiglia.
La risposta l’ho avuta oggi pomeriggio guardando il TG1: alla fine hanno annunciato lo speciale TG1 di questa sera dal titolo “Craxi, elogio del capro espiatorio”.
Come dicevo all’inizio: il 2011 è iniziato proprio in salita.