Pubblicità: il rumore di fondo della nostra vita

Approfittavo l’altro giorno di un lungo viaggio per leggere il numero di giugno/luglio 2007 di Marketing Management (??? non sono indietro solo con l’aggiornamento del blog) ed ho trovato un articolo di J.Walker Smith che in sostanza segnalava come l’invasività della pubblicità che troviamo in ogni momento e su qualsiasi tipo di supporto (media mi sembra oramai un termine che non rende l’idea l’utilizzo di supporti come uova, cani, orinatoi, ecc..) l’abbia trasformata nel rumore di fondo della vita moderna (in effetti nella foto Smith somiglia un po’ a Calindri con il suo Cynar).
Proprio per combattere questa irrilevanza causata dalla sua stessa diffusione ecco quindi che la pubblicità diventa sempre più gridata, spostando ulterioremente in avanti la soglia dell’attenzione, in un circolo vizioso che si autoalimenta.

A parte il concetto che la pubblicità stia diventando largamente irrilevante nell’influenzare i desideri delle persone, concetto che condivido in pieno, la cosa che mi ha colpito di più è che ad un certo punto Smith dice che “Marketing is about selling, nothing more”. Qui ho un piccolo sobbalzo perchè continuo a credere che il marketing sia “about being purchased”.

Forse la differenza è sottile, ma si sa che nei mercati maturi delle società opulente la differenza sta nei dettagli.

One thought on “Pubblicità: il rumore di fondo della nostra vita

  1. Caro Lorenzo,
    sono d’accordo con la tua analisi della pubblicità. Siamo ormai alla sovrassaturazione, per usare un termine chimico. E quindi sempre più indifferenti alla pubblicità tradizionalmente intesa.
    Quello che comunicazione – advertising – lo stesso marketing devono imparare a fronteggiare sono i nuovi media. Che richiedono approcci e strategie totalmente diversi da quelli finora adottati. Altrimenti funzionano poco, male, o non funzionano affatto. Ci piaccia o no, è da queste forche caudine che dobbiamo passare. La domanda è: siamo pronti? e quanto siamo pronti? sul fronte della comunicazione, posso dire per esperienza che non lo siamo affatto. Ne vedremo delle belle, nei prossimi anni…
    Buone Feste!

    Lizzy

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